Anna Pozzi

Tool SEO e altri tool per il copywriting: ecco cosa uso tutti i giorni

Ti piacerebbe sbirciare nella cassetta degli attrezzi di cui mi servo quasi ogni giorno per la mia attività di copywriting? Scoprire quali tool uso per lavorare sulla SEO, quali per scrivere, quelli che mi aiutano a essere più produttiva e a non “bucare” una consegna…

Prendi carta e penna allora. E preparati a fare una bella “lista della spesa” – anche se molti dei tool che uso tutti i giorni sono gratuiti. Continua a leggere per nomi, descrizione, pro e contro di ognuno.

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Tool SEO per il copywriting: i più usati, i più odiati

Se stai leggendo questo articolo probabilmente sarà capitato anche a te. Apri il tool SEO che qualche “guru” ti ha stra-consigliato, pensi che il tuo rapporto con il SEO copywriting, finalmente, cambierà per sempre e… voilà! Non ci capisci assolutamente nulla. 

Lo strumento ti restituisce una massa di dati che a te proprio non dicono niente; non sai quali sono importanti e quali no, ma soprattutto non sai come interpretarli. Sarò sincera: per interpretare quei dati serve un po’ di formazione sulla scrittura SEO. Ma per non perdersi in interpretazioni inutili, basta servirsi del tool giusto.

Personalmente da qualche tempo uso quasi solo Ubersuggest di Neil Patel, proprio per la sua semplicità rispetto ad altri tool (come Semrush e Seozoom, ad esempio). E sì, certo, il fatto che l’abbonamento a Ubersuggest sia decisamente più economico di tutti gli altri ha avuto un peso in questa scelta…

Ubersuggest lo uso per la ricerca e l’analisi delle parole chiave, per l’audit dei siti di clienti e/o concorrenti, per analizzare gli intenti di ricerca. Va a braccetto con Answer the public, che non a caso è anch’esso una creatura del buon Neil.

È un utile strumento di web listening, ovvero un aggregatore di ricerche che organizza i risultati in maniera visivamente intuitiva. Lo uso spesso per approfondire gli intenti di ricerca, come supporto alla comprensione di quello che può essere il percorso di ricerca dell’utente-tipo che mi interessa.

Perché ho scelto lo strumento più semplice?

Già, perché? Sia Semrush che Seozoom offrono molti più strumenti di Ubersuggest; strumenti che, sulla carta, sembrano indispensabili per un copywriter che si occupa di SEO (Seozoom, soprattutto, offre diversi strumenti editoriali per semplificare la creazione di contenuti ottimizzati per la SEO). 

Il motivo è semplice: perché mi fido di più di me stessa. E di Google. Ti assicuro che una volta che comprendi bene come funziona la SEO, sono pochi i dati che ti servono per poter scrivere un gran bel contenuto ottimizzato, una ottima risorsa. Ubersuggest offre un’interfaccia semplice e intuitiva e questo mi aiuta a concentrarmi di più sui dati davvero importanti.

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Copywriting “smart” grazie ai tool

In tema di tool, non potrei non citare lo strumento che uso più di tutti in assoluto: Google Drive. Tu dirai: “ma è solo uno spazio di archiviazione su Cloud”… e invece no. O meglio, non solo: è un cloud storage gratuito (ma per avere più spazio occorre pagare) ma è anche un potentissimo strumento di condivisione.

Lo uso tutti i giorni, da sola e assieme a studenti e clienti; ti permette di lavorare in condivisione su qualsiasi documento, impostando parametri ben definiti per l’accesso dei collaboratori (che possono visualizzare, commentare o editare; ma puoi anche limitare la possibilità di scaricare, copiare e stampare i file). Ritengo che saper usare bene Drive sia oggi imprescindibile per un copywriter.

Io scrivo tutto su cloud, usando Google Docs (che fa parte di Drive); quando recentemente il mio laptop è morto da un giorno all’altro senza preavviso, in poche ore ero già operativa su un laptop preso in prestito, poiché il mio lavoro è sempre tutto lì, salvato in automatico e sincronizzato. Certo, tenerne una copia sul computer è caldamente consigliato (c’è l’app di Drive per farlo).

Addio refusi (o quasi)

Scrivere su Google Docs mi permette anche di beneficiare di un controllo grammaticale e ortografico automatico, in italiano e in inglese. Occhio però: è una revisione utile ma comunque molto basica, che non può sostituire una buona rilettura. Ma già avere la sicurezza di non consegnare un file con errori grammaticali non è male.

Per quando si scrive in inglese c’è Grammarly, disponibile anche come plug-in per browser e per Google Docs (un po’ invadente, va detto…). Il plug-in ti controlla praticamente tutto, se lo lasci fare: anche quello che scrivi nelle chat (anche su Slack) e nelle email personali.

È un tool molto comodo per migliorare il proprio inglese scritto, e se finora hai pensato che bastasse Google Translate ti consiglio di fare un giro su Grammarly e rivedere le tue convinzioni!

Monday, Asana, Trello e compagnia bella: devi proprio saperli usare?

Risposta breve: sì. Perché presto o tardi – spero presto! – ti capiterà di collaborare con team marketing di aziende medio-grandi, che immancabilmente ti chiederanno di utilizzare il tool di project management che già utilizzano. Negli ultimi anni mi è capitato di dover usare, tra gli altri: Monday, Asana, Trello, Basecamp, ClickUp e Podio. Più qualche back-end proprietario.

Nessun problema, comunque, per ognuno di questi tool esistono tutorial interni alla piattaforma e, se non bastasse, se ne trovano anche su YouTube. Ad ogni modo può essere una buona idea imparare a usarne uno o più di uno per conto tuo, per organizzare il tuo lavoro: ti assicuro che la gestione di tutto ciò che fai ne beneficerà non poco. Trello e Basecamp, a mio parere, sono i più semplici e intuitivi.

E i CMS dove li mettiamo?

Basta una parola: WordPress. Stai già tremando all’idea di doverci mettere le mani? Non è il caso, te lo garantisco. Però è anche questa una cosa che sicuramente ti capiterà di dover fare; le aziende amano lasciar fare al copywriter, se è possibile.

La richiesta di “caricare gli articoli” in prima persona o scrivere i testi del sito web direttamente su WordPress ti arriverà, prima o poi. 

I siti costruiti in WordPress hanno raggiunto gli 835 milioni nel 2022: capisci perché ti conviene saperlo usare? A maggior ragione se ti piace bloggare e se, in generale, vuoi incrementare le tue possibilità di guadagno come copywriter.

Personalmente non amo alla follia WordPress, ma ho imparato a usarlo. Il modo migliore per impararlo è proprio quello di metterci mano direttamente (prima o poi, del resto, un tuo sito personale lo dovrai fare).

ChatGPT e altri tool di AI sono indispensabili per un copywriter?

Ti anticipo già che non parleremo dell’uso degli strumenti di intelligenza artificiale applicati alla scrittura in questo articolo. Dedicherò a breve un intero articolo alla questione. Ma per ora ti dico come la penso: no, non sono tool di cui non puoi fare a meno per lavorare come copy.

Ma può essere furbo studiarli e imparare a usarli nell’ottica di ottenere un vantaggio competitivo rispetto alla concorrenza: la loro miglior dote è quella di velocizzare di molto il nostro lavoro, a patto di dare loro in pasto i giusti comandi (prompt). 

Quindi, se ti interessa integrarli nel tuo processo di creazione, concentrati sullo studio dei comandi giusti per far fare a ChatGPT e compagnia bella quello che può servirti per andare più veloce, invece di sprecare energie nel tentativo di farti sostituire in toto da uno strumento che, te lo assicuro, è sicuramente meno intelligente di te!

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Anna Pozzi

Copywriter e content strategist con un passato da giornalista, oggi si realizza nel formare chiunque desideri lavorare con il copywriting e trasformare la passione per la scrittura in una professione.

Quando non fa ciò, è impegnata ad aiutare le aziende migliori a far esplodere la loro comunicazione.

Nei momenti in cui non ha le mani sulla tastiera o una penna in mano, o è immersa nella natura o sta viaggiando (nei casi più fortunati, tutt'e due).

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